Una Fattoria Sociale per la ricostruzione del nesso perduto "agricoltura-comunità"

«Immersa nel verde incontaminato delle Valli del Dolo e del Dragone, la Fattoria Sociale Contadina è una struttura socio-assistenziale pensata per svolgere attività sociali, culturali e di servizio per la collettività. La Fattoria Sociale Contadina promuove e pratica la cultura della longevità attiva e dell’abitare collaborativo, in una logica di scambio interculturale e intergenerazionale dei saperi.

Partendo da una precisa analisi dei bisogni del territorio, la Società Agricola Corte di Vitriola si è fatta promotrice e soggetto investitore di un progetto pilota di Agricoltura Sociale pensato e messo a punto in collaborazione con il Comune di Montefiorino, attraverso uno specifico atto di convenzione.»

Così, Agnese Facchini, introduce il progetto pubblico/privato alla qualificata delegazione di Amministratori e tecnici regionali e del territorio presenti all'evento.
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«La Fattoria Sociale Contadina nasce con l’intento di attenuare un disagio sociale (silente quanto pervasivo) ben esplicitato dallo stato di isolamento e di solitudine in cui versano le persone in condizione di fragilità fisica, psicologica o sociale: come nel caso della popolazione anziana over 65, che da sola rappresenta oltre un terzo della nostra comunità di montagna. A tal fine, la Fattoria Sociale Contadina inizia il suo percorso di costruzione realizzando un’innovativa soluzione abitativa denominata Casa Famiglia per la longevità attiva e l’abitare collaborativo.

Lo scopo è dare una risposta alla crescente domanda di ospitalità e di nuovi servizi per la qualità della vita delle persone in condizione di fragilità." - prosegue Kicki Facchini - rimarcando che "La filosofia della Casa Famiglia è basata sulla centralità e sul sostegno della persona fragile, con l’intento di garantire una domiciliarità che rispetti il bisogno di privacy e il mantenimento dell’autonomia e dell’ identità personale; migliorare la qualità della vita della persona fragile sollecitando le azioni quotidiane di gestione del sé al fine di limitarne la dipendenza da altri; prevenire l’isolamento e l’emarginazione della persona fragile favorendo i rapporti e le relazioni interpersonali; prevenire i ricoveri e dare sollievo alle famiglie.

I punti di forza della nostra struttura si esplicano con la garanzia della sostenibilità ambientale dell'investimento, della privacy, del comfort abitativo e della sicurezza degli Ospiti oltre che assicurare loro un'ottima accessibilità e ubicazione della struttura. La cucina domestica, fatta con i prodotti naturali dell'azienda agricola e del territorio, e l'organizzazione di specifiche attività psico-fisiche distingueranno l'offerta di mercato della nostra struttura.»

«E’ in questi termini -conclude Kicki Facchini- che la Fattoria Sociale Contadina si propone come soggetto innovativo e arricchente del sistema socio assistenziale dell’Unione dei Comuni del Distretto Ceramico.»
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«Noi pensiamo che la chiave della longevità attiva sia quella di circondarsi di persone che ci incoraggino a seguire uno stile di vita salutare, sia dal punto di vista dell’esercizio fisico che intellettuale. I popoli più longevi del mondo non passano la giornata a sollevare pesi in palestra: piuttosto vivono in un ecosistema famigliare, lavorativo, sociale e ambientale che favorisce il loro naturale movimento sottraendoli ad una solitudine pigra e triste.»
Con questa convinzione i coniugi Barbara Lanzotti e Gino Facchini hanno presentato sabato 28 settembre la loro Casa Famiglia per la longevità attiva e l'abitare collaborativo, il primo progetto di Agricoltura sociale dell’Appennino.

L'IDEA
Il giornalista Daniele Montanari racconta sulla Gazzetta di Modena: «Il progetto è avveniristico nella proposta umana innanzitutto: una struttura in cui ospitare per un certo periodo sei persone (in camere singole o doppie; ingressi previsti entro fine anno) in condizione di fragilità.
Anziani di montagna che hanno bisogno di avvicinarsi ai servizi. Anziani di città rimasti soli e in difficoltà per l’inquinamento in inverno o il gran caldo estivo. Altre tipologie a rischio isolamento (disabili, ragazze madri) ma autosufficienti. Perché la struttura è socio-assistenziale, non socio-sanitaria.

Persone tutte chiamate a vivere un’esperienza di co-housing a tariffa agevolata in cui lo stare insieme già di per sé diventa terapia, potenziata poi dal dedicarsi “antico” all’agricoltura, che dagli albori della società ha sempre avuto una funzione sociale. Da queste parti si pensa di coltivare ortofrutta, allevare animali e sfruttare i 4 ettari di bosco, anche in collaborazione con la cooperativa sociale Gulliver. Sì, perché il secondo passo (previsto a partire dal 2020) sarà realizzare un laboratorio dove coinvolgere disabili nella preparazione di farine, pasta, torte, miele con le materie prime aziendali; ma anche oggetti di artigianato etico-solidale, nell’ottica di una realtà totalmente "a chilometro zero".

È avveniristica poi anche la struttura: tutta in legno realizzata dalla Vario Haus di Bolzano in massima classe energetica (A4), con riscaldamento e raffreddamento a pavimento, fotovoltaico, pompa di calore e ventilazione meccanica controllata. Una “casa passiva” insomma, a basso o nullo consumo energetico, supportata dall'intelligenza artificiale e da un' alta tecnologia che comprende la cromoterapia negli ambienti e un sofisticato sistema di allarme per la sicurezza degli Ospiti.

Il tutto realizzato dalla Società agricola "Corte di Vitriola" -una start up agricola della famiglia Facchini costituita allo scopo di rimanere nel territorio di origine valorizzando le risorse materiali e immateriali di cui dispone - con un impegno di spesa ormai prossimo ai 600mila euro, ma con un determinante contributo di 200mila euro arrivati dalla Regione tramite risorse del Psr 2014-2020.

In più all’interno si respira arte, con i quadri del pittore Nello Medici, le lampade artigianali di Nadia Melargo, i mobili di arte povera recuperati nelle cantine e generosamente concessi, in varie forme, dagli amici-sostenitori coinvolti dal progetto.»
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L’ agricoltura diventa quindi sociale. Non più solo attività economico-produttiva o presidio ambientale contro il dissesto del territorio, ma anche importante risorsa a disposizione delle comunità per assicurare la continuità dei servizi socio-assistenziali rivolti soprattutto alla popolazione anziana, in particolare nelle zone di montagna a rischio di abbandono.

I COMMENTI
Secondo il Presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini «La Casa Famiglia di Vitriola è davvero un esempio virtuoso di agricoltura sociale al servizio della comunità, una struttura che contribuisce al fatto che la nostra montagna sia un luogo di benessere e da vivere a tutte le età. La crescita del nostro Appennino è una delle priorità della Regione perché da qui passa anche il contrasto al cambiamento climatico e la lotta contro il dissesto idrogeologico.»

L' Assessore all'Agricoltura della Regione Emilia Romagna, Simona Caselli, scrive sulla sua pagina social: «Con grande soddisfazione ho tagliato il nastro inaugurale della casa famiglia dedicata agli anziani soli della montagna che permetterà loro di soggiornare in compagnia in una bella struttura molto confortevole, priva di barriere architettoniche, a impatto energetico zero, circondata da orti, frutteti ed animali da cortile che permetteranno loro di svolgere piccole attività e di godere direttamente dei prodotti dell’azienda agricola nella loro dieta quotidiana. E' un progetto che mostra una montagna capace di innovare.»
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La Presidente della Commissione Politiche Economiche della Regione Emilia Romagna, Luciana Serri, aggiunge «La Casa famiglia per la longevità attiva e l’abitare collaborativo, è una struttura residenziale destinata ad ospitare fino a sei persone, anziani autosufficienti o parzialmente autonomi, in convenzione con il Comune di Montefiorino. E' un progetto che parla di sostenibilità, accoglienza e benessere per le persone in condizione di fragilità, mostrando una visione nuova dell' agricoltura. Un progetto importante su cui la Regione Emilia Romagna ha deciso di investire per ampliare i servizi anche sull'appennino modenese. Complimenti a Gino Facchini e Barbara Lanzotti per aver portato avanti un progetto importante a servizio delle persone più fragili del nostro territorio.»
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«Siamo fieri di questo progetto e della sua valenza che va ben al di là dei nostri confini comunali. E' un progetto pilota che si pone l'obiettivo nobile di ricostruire il nesso perduto "agricoltura-comunità".» ha sottolineato il Sindaco di Montefiorino Maurizio Paladini - affiancato dal Sindaco di Palagano Fabio Braglia, e dal Sindaco di Frassinoro Oreste Capelli - nel suo saluto introduttivo porto alle oltre cento persone accorse sia dalla montagna che dall'area cittadina.



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